lunedì 26 aprile 2010

Il 25 Aprile, giornata della memoria

In occasione del 65° Anniversario della Liberazione è nostro dovere ricordare tutti coloro che si sono sacrificati per la libertà e la democrazia ed è per me un onore condividere con voi oggi la memoria ed il significato di quei momenti anche a nome del Partito Democratico e del gruppo consiliare che rappresento.

Proprio in questi giorni il nostro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito una medaglia d’oro ad una compagnia teatrale di Milano, “ Il Teatro della Cooperativa”, attivamente impegnata nella produzione di uno spettacolo commemorativo di Gina Galeotti Bianchi, la partigiana Lia.
Gina Galeotti Bianchi è morta, dopo anni di lotta contro il fascismo, proprio nei giorni della Liberazione di Milano. Pur incinta di otto mesi, "Lia" si stava recando all'ospedale di Niguarda dove doveva incontrare alcuni partigiani feriti, lì ricoverati sotto false generalità.
Fu falciata da una raffica di mitra, sparata da un camion carico di soldati tedeschi in fuga e incappati in un posto di blocco partigiano.
“Quando nascerà il bambino non ci sarà più il fascismo!” sono state le sue ultime parole.
Le parole, le azioni di Lia e la sua drammatica fine rappresentano simbolicamente l’impegno di tutte le donne coinvolte nella lotta per la Liberazione, di tutte le vedove dei partigiani uccisi, di tutte le madri dei giovani periti nei rastrellamenti, di tutte le giovani impegnate nei Gruppi per l’Assistenza ai Combattenti.
Nel quartiere di Niguarda, a Milano, le donne dei suoi cortili ebbero un ruolo fondamentale. Niguarda si liberò il 24 aprile 1945, con un giorno di anticipo su Milano. E fu proprio in quel giorno che la partigiana Lia fu uccisa.

Assieme a Lia, Gina Galeotti Bianchi, vogliamo doverosamente ricordare la vicenda della nostra Maria Erminia Gecchele, detta Lena, torturata e seviziata dai fascisti, rimasta invalida dalle ferite riportate. A Lena sono state conferite due Croci di guerra e il grado onorifico di capitano per il valore e il coraggio dimostrato.
Due vicende quella di Lia e quella di Lena, anche se geograficamente distanti, molto vicine e contigue nel loro senso storico e nel loro intrinseco valore. Due storie di resistenza al femminile, due episodi della Liberazione dal volto materno ma altrettanto eroici nel loro fondamento autentico e nella loro memorabile testimonianza.

“ Quando nascerà il bambino non ci sarà più il fascismo!” sono state le ultime parole di Lia, l’ultima speranza di una vita spesa per gli altri, l’ultimo anelito a una libertà che abbiamo, grazie a loro, faticosamente conquistato.
E dopo di loro le madri argentine di Plaza de Mayo da trent’anni a Buenos Aires si recano ogni giovedì a ricordare ai governanti di turno la vergogna di un paese senza verità, a chiedere giustizia con in mano le foto dei loro figli torturati e “desaparecidos” nelle prigioni militari.
Ricordiamo anche loro in questa giornata simbolo di tutte le lotte per la libertà, il loro sforzo quotidiano per la memoria, le loro richieste inascoltate, le loro parole di madri e di donne.

Chissà quali parole avrebbe potuto pronunciare la povera Neda, la ragazza iraniana barbaramente uccisa dalle milizie della dittatura di Ahmadinejad, caduta sotto gli occhi delle telecamere, gli occhi del nostro mondo contemporaneo.Neda pur in un tempo diverso e in un paese lontano difendeva gli stessi valori delle nostre partigiane, con fierezza e coraggio, schierata idealmente a fianco di Lia, di Lena e delle madri argentine, in una battaglia per la libertà che evidentemente non conosce confini, epoche storiche e culture e che sta a noi e ai nostri figli mantenere viva.

Nessun commento:

Posta un commento